Il freddo è alle porte, ecco i miei consigli per quanto riguarda alcune delle erbe da tenere in casa per affrontare i malanni di stagione.
Il freddo è alle porte, ecco i miei consigli per quanto riguarda alcune delle erbe da tenere in casa per affrontare i malanni di stagione.
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Secondo la l’Ayurveda, il simile accresce il simile. Il freddo aumenterà la vostra energia fredda. Se siete dei tipi “caldi”, allora c’è poco da temere e forse l’inverno può anche farvi piacere e calmare i “bollori” in eccesso, ma se invece siete dei tipi “freddi”, attenzione al catarro, alle bronchiti e alle riniti che potrebbero essere dietro l’angolo. I freddolosi, di solito, sono i tipi ayurvedici Vata e Kapha, che condividono l'attributo "freddo", sebbene nel primo caso di tratta di un tipo freddo e asciutto e nell’altro ci sia una spiccata componente di acquosità: questo influenzerà la manifestazione clinica, in Vata forme più “secche”, “spasmodiche”, in Kapha, forme più produttive, cioè catarrali. I tipi Pitta se la possono cavare, ma se arrivano all’appuntamento invernale “appesantiti”, allora sono guai anche per loro. Le tossine che hanno accumulato, che possiedono una natura fredda, per “simpatia” potranno emergere ed accrescere fino a creare catarro e febbre.
Premetto che coloro che frequentemente si ammalano d’inverno è bene che assumano anche farmaci naturali preventivi (omeopatici, omotossicologici, ayurvedici, probiotici, ecc), fin da settembre/ottobre. In questo caso la cura andrebbe individualizzata e sarebbe preferibile consultare un medico esperto anche in MNC (medicine non convenzionali). Un’ ultima cosa, i “vaccini” omeopatici non esistono, chiamiamoli piuttosto “immunomodulanti”, è più corretto.
Vediamo ora alcune semplici droghe da tenere nella farmacia di casa.
Zenzero – non fa parte della nostra fitoterapia tradizionale, ma neanche rientra spesso tra le spezie utilizzate nella nostra cucina. Peccato, lo zenzero è una vera panacea per l’inverno. Le sue qualità piccanti e calde sono quello che ci vogliono nei mesi freddi e spesso umidi. E’ stimolante, diaforetico (aiuta a sudare), espettorante ed antiemetico (contro il vomito). Quest’ultimo aspetto è di non poco conto, se si considera la frequenza con cui molte forme virali, soprattutto gastrointestinali, si presentano con nausea e vomito. Per altro, è anche ottimo per la diarrea. Lo zenzero fresco è più efficace come diaforetico ed indicatissimo per raffreddamenti come raffreddori e influenze. In caso di necessità, un tazza bollente di infuso e via sotto quattro coperte a sudare. Spesso fa miracoli. La febbre si abbassa, la tosse matura e il giorno dopo stiamo già meglio… e non ci siamo intossicati con farmaci chimici per lo più inutili. Nel caso di congestione nasale e paranasale, lo zenzero non solo è utile internamente come infuso, ma anche esternamente come impiastro. Applicato sul viso a livello delle proiezioni dei seni, aiuta a risolvere le congestioni e a maturare il catarro.
Timo – da tenere sempre in casa. Se lo avete raccolto voi, tanto meglio. In alcune zone collinari, ben esposte al sole ne crescono delle varietà davvero aromatiche e potenti. E’ un ottimo diaforetico, antitussigeno e antisettico. E’ indicato soprattutto nelle tossi severe, spasmodiche, scuotenti, poco produttive, compresa la pertosse. Può anche essere utilizzato in infuso come veicolo per sciroppi, ovviamente naturali. Il calore è molto importante nella malattie da raffreddamento. L’effetto di uno sciroppo si amplifica notevolmente se lo assumiamo con una bella tazza di infuso caldo. A proposito di sciroppi, quelli a base di molecole chimiche tanto pubblicizzati non sono assolutamente più efficaci di quelli a base di erbe, come dimostrato da alcuni studi. Quindi, che bisogno c’è di intossicarci e di inquinare l’ambiente. Dose: 1-2 cucchiaini per tazza di acqua bollente. Coprire e lasciare infondere per 10 minuti.
Liquirizia – emolliente, espettorante, sedativa. Fluidifica il catarro, rilassa i muscoli bronchiali e facilita l’espettorazione. In dosaggi alti può fungere da emetico (provoca il vomito), effetto a volte auspicabile negli accumuli di catarro. Spesso i bambini con asma e forme bronchiali catarrali ad un certo punto vomitano e poi stanno meglio. La natura adotta questo espediente per portare a guarigione. Il medico imita la natura. Questo è il principio di molte delle nostre cure “secondo natura”. La medicina moderna troppo spesso è invece impegnata a fare il contrario, bloccare vomito, diarrea, febbre, tosse. Quale errore aver perso il contatto con la natura e le sue sagge energie. La liquirizia si combina bene con lo zenzero, di cui per altro stempera il sapore non a tutti gradito. Dose: 1 cucchiaio per tazza d’acqua. Bollire 2-5 minuti, infondere per 20, filtrare e bere.
Sambuco - i fiori hanno un’azione diuretica, diaforetica, anticatarrale, leggermente antinfiammatoria e alterativa (sblocco e risolvono di situazioni di ristagno). Nella stagione primaverile se ne possono fare raccolte davvero copiose. Direi che è più facile procurarseli in natura che trovarli in farmacia o in erboristeria. Per la febbre sono ottimi, soprattutto se assunti sotto forma di infuso e mescolati in parti uguali con i fiori di achillea o di tiglio (1-2 cucchiai della miscela per tazza d’acqua). Poi, dritti… anzi sdraiati, sotto una montagna di coperte. Una bella sudata è quello che ci vuole…dopo però cambiarsi e non tenersi addosso la biancheria bagnata. Il sambuco ha anche una certa azione disintossicante, utile nel caso di influenze e raffreddori. In questo caso si può vantaggiosamente associare in parti uguali alla menta, oltre alla già citata achillea. Dose: 1 cucchiaio o più per tazza d’acqua bollente. Coprire e lasciare infondere per 10 minuti e poi filtrare.
Pepe nero – questo in cucina c’è sicuramente. E’ soprattutto utile nel “bruciare” gli accumuli di AMA. E’ stimolante, decongestionante ed espettorante. Ottimo nei raffreddori, influenza e tossi. Possiede anche una buona azione sulla febbre. Nella medicina ayurvedica entra nella composizione della classica miscela che si chiama “trikatu”, composta da tre, tri in sanscrito, erbe, che sono oltre al pepe nero, lo zenzero e il pepe lungo. Il trikatu può essere fatto a casa con le polveri, in parti uguali, delle tre spezie, ma è più facilmente reperibile in commercio già pronto. Quando il catarro monta e la febbre sale, allora è il momento di questo efficace rimedio. Mescolato con miele va benissimo e poi veicolato con una tazza di infuso o di acqua calda. Il pepe nero come le altre spezie calde e piccanti, “brucia” ama soprattutto a livello dello stomaco. Secondo l’Ayurveda è da lì che poi passa ai bronchi, polmoni e alte vie respiratorie. Ovviamente, il tutto è collegato con l’alimentazione. Non avete notato che dopo i bagordi natalizi all’inizio di gennaio c’è sempre una certa recrudescenza di malattie catarrali, soprattutto nei bambini ? Altro che virus e batteri ! Dose: 1/3 -1/2 cucchiaino di polvere x 3-4 volte al giorno. Meglio se mescolato al miele. Trikatu: mescolare bene con il miele fino a farne una pasta. Si assume in ragione di ¼ -1 cucchiaino per 3 volte al giorno, bevendo acqua calda. Dopo i pasti è preferibile.
Verbasco – i fiori sono espettoranti, emollienti, anticatarrali, antispastici e sedativi ed indicati nel caso di bronchiti, asma, tossi dispnoiche, sinusiti e otiti. Con efficacia disperde il calore e la congestione a livello polmonare e delle alte vie respiratorie. E’ utile quando queste affezioni si accompagnano ad ipertrofie dei linfonodi. L’azione emolliente risulta utile anche nelle affezioni intestinali concomitanti. Dose: 1 cucchiaino per una tazza d’acqua bollente. 3-4 tazze al giorno.
Marrubio - ha un’azione mucolita, espettorante e sedativa della tosse. Entra nella composizione di numerose tisane pettorali. E’ anche usato come diaforetico nel caso di febbre, soprattutto se di origine intestinale. Un tempo, era un valido sostituto della chinina, nel caso di resistenza a questo alcaloide. Dose: 1 cucchiaio per una tazza d’acqua bollente. 3-4 tazze al giorno.
Edera terrestre – comunissima nelle zone incolte. Semplice, inosservata, ma efficacissima. Ha un’azione espettorante, anticatarrale, antitussigena e antinfiammatoria. Agisce soprattutto sul catarro che ristagna e si accumula nelle vie respiratorie alte (orecchio medio, seni paranasali e faringe) e basse, fluidificandolo e favorendone l’eliminazione. Ha una certa azione “prosciugante” (più forte di quella del marrubio), che ne controindica l’impiego nelle forme secche. Inoltre possiede anche una certa azione antiallergica. Dose: 1 cucchiaio per tazza d’acqua bollente. 3-4 tazze al giorno.
A questi presidi più casalinghi e immediati, si possono abbinare le cure prescritte dal medico, a base di farmaci omeopatici, omotossicologici, ayurvedici e probiotici. Nel caso di affezioni invernali, si impone anche qualche giorno di dieta leggera e a volte anche qualche purgante, spesso efficace nel combattere febbre e catarro. Vomito e diarrea non vanno mai soppressi, almeno non inizialmente, perché sono utilissimi espedienti di purificazione del corpo. In un secondo tempo sarà il medico a decidere come modularne gli eccessi. E’ invece importante integrare liquidi e sali minerali. In questo caso oltre a specifici integratori salini, consiglio una semplice tisana a base di bacche di rosa canina, da bere tutto il giorno, dolcificata con miele o zucchero iperintegrale.
Scritto da Dr Francesco Perugini Billi