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Ingredienti: Curcumina 95%
Dosaggio consigliato: 2 capsule al giorno (900 mg)
Modalità di utilizzo: da assumersi per via orale preferibilmente al mattino e alla sera.
Proprietà della curcuma:
La curcumina è un composto contenuto nella curcuma (Curcuma longa L., detta anche Zafferano delle Indie o Turmerico), una spezia molto utilizzata nella cucina di vari paesi che sembra avere, tra gli altri, effetti neuroprotettivi. La curcumina possiede nota attività antiossidante e anti-infiammatoria ed è utilizzata come potenziale agente preventivo e/o curativo in molti tipi di cancro.
Alcune evidenze suggeriscono che l’aggiunta di curcumina a colture di cellule neuronali, diminuisca l’infiammazione cerebrale e protegga contro la neurotossicità indotta dalla β-amiloide con diversi meccanismi d’azione (tabella 1) in modelli animali di AD. La curcumina diminuisce la formazione di β-amiloide da parte della proteina progenitrice di amiloide (APP) e inibisce l’aggregazione di β-amiloide stessa. La curcumina ha dimostrato anche di diminuire i livelli di β-amiloide e di proteina APP. Gli studi svolti su topi transgenici con overproduzione di β-amiloide hanno dimostrato anche un effetto neuroprotettivo della curcumina e il miglioramento delle funzioni cognitive. Un ulteriore studio ha dimostrato che la curcumina può inibire la formazione di β-amiloide attraverso la chelazione del ferro il cui aumento può facilitare la produzione di β-amiloide stessa.
In tabella 1 vengono elencati i principali meccanismi della patogenesi del morbo di Alzheimer, sui quali può agire la curcumina.
Tutti i dati citati sino ad ora prendono vita da studi in vitro e in vivo. I trial clinici sulla curcumina nell’AD, al contrario, al momento, non sono molto promettenti. È molto probabile che questo sia dovuto alla scarsa biodisponibilità della curcumina nell’uomo dopo assunzione orale. La curcumina, infatti, possiede scarsa solubilità in acqua, scarsa biodisponibilità orale e la maggior parte della dose somministrata risulta eliminata attraverso le feci. A questo proposito, infatti, sono stati sviluppati diversi approcci per migliorare i sistemi di rilascio plasmatico di questa sostanza o per creare analoghi che potessero mimare l’effetto neuroprotettivo della curcumina e raggiungere facilmente il cervello. La mancanza di efficacia della curcumina nell’uomo affetto da AD può anche essere dovuta a trattamenti troppo brevi o a trattamenti cominciati troppo tardi nel corso della malattia, quando era già avvenuta la morte neuronale (non reversibile).
Alla luce di quanto riportato, si può concludere che la curcumina possiede un potenziale molto promettente nel morbo di Alzheimer. La curcumina, infatti, può proteggere i neuroni dallo sviluppo o dalla progressione dell’AD per la molteplicità di meccanismi d’azione che le donano un’importante attività neuroprotettiva, soprattutto se assunta per lungo tempo e se l’assunzione inizia con le prime manifestazioni dei sintomi.
È logico pensare, infine, che la forma preferenziale di curcumina da utilizzare deve essere necessariamente ad alta biodisponibilità orale, per permettere alla sostanza di raggiungere in quantità sufficienti il cervello.