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| Titolo: Vitamina D, una medicina Solare Mer 4 Nov 2009 - 17:28 | |
| Scritto da Dr Francesco Perugini Billi | Martedì 21 Luglio 2009 21:19 |
Sul fatto che il sole provochi il cancro della pelle non tutti sono d’accordo (www.takeonit.com). Anzi c’è chi dice che a provocarlo siano i moderni filtri solari chimici e un eccesso di oli polinsaturi nell’alimentazione. Sempre più numerose sono invece le conferme scientifiche che la vitamina D, prodotta dal nostro corpo proprio con la luce del sole, sia straordinariamente protettiva nei confronti di numerose malattie, non ultimi vari tipi di tumore.
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| Cancro Secondo una recente ipotesi i tumori sarebbero causati non tanto da una mutazione genetica, ma quanto da una incapacità da parte delle cellule di continuare a stare insieme, di riconoscersi in un'unica individualità tissutale. Il primo evento è una perdita di comunicazione cellulare, causata, tra l’altro, anche da una carenza di vitamina D.
Anche se questa teoria non ha ancora ricevuto conferma, almeno 200 studi epidemiologici e circa 2500 studi condotti in laboratorio hanno indagato e confermato la correlazione tra carenza di vitamina D e cancro. Alcuni di questi studi sono giunti alla conclusione che più sole prendiamo, maggiore è la produzione di vitamina D e minore è la possibilità di ammalarci di cancro (www.sciencedaily.com). La vitamina D è in grado di proteggerci da almeno 16 tipi di cancro (articles.mercola.com).
Vediamo alcuni di questi studi:
- una ricerca tedesca ha mostrato che con livelli più alti di vitamina D nel sangue il rischio di tumore del colon si riduce del 60% (Aliment Pharmacol Ther, 2009 Apr 16);
- lo stesso è stato dimostrato per il cancro al seno e alla prostata (Clin J Am Soc Nephrol, 2008;3:1548-54).
- un altro studio è giunto alla conclusione che livelli insufficienti di vitamina D sarebbero responsabili di migliaia di morti premature tra la popolazione (Am J Pubblic health, 2006;96:252-61);
- alti livelli di vitamina D sono in grado di ridurre il PSA (marcatore tumorale) nell’80% dei pazienti tumorali affetti da tumore alla prostata (Urol Onc, 2003; 21:399-405);
- l’assunzione di vitamina D è anche in grado di rallentare la progressione del tumore del seno (J Clin Pathos, 2006;59:1334-6);
Il Dr William Grant, uno dei massimi esperti internazionali di vitamin D, afferma che livelli ottimali di vitamina D tra la popolazione potrebbero ridurre l’incidenza di cancro, a livello mondiale, del 30% ogni anni, cioè 2 milioni di persone eviterebbero così di ammalarsi di tumore (articles.mercola.com).
Malattie cardiovascolari La vitamina D aiuta a prevenire a mantenere sano il nostro apparato cardiovascolare:
- uno studio ha preso in considerazione la relazione tra pressione sanguigna e livelli di vitamina D in 1739 adulti. Quelli con bassi livelli di vitamina D avevano un rischio di accidenti cardiovascolari superiore del 62% rispetto a quelli con altri livelli di questa vitamina (Circulation, 2008; 117:503-11);
- bassi livelli di vit D sono associati a disturbi perifrici arteriosi e occlusioni delle arterie (Arterioscler Thromb Vasc Biol, 2008;28:1179-85);
- la vitamina D regola il sistema renino-angiotensina, che gioca un ruolo importante nell’ipertensione (Kidney Int, 2005;68:1973-81). Pare che la vitamina D protegga l’apparato circolatorio riducendo l’infiammazione, che ormai è da molti considerata la principale causa delle malattie cardiovascolari, con buona pace della Teoria Lipidica (colesterolo/grassi saturi = infarto).
Diabete E’ noto che la vitamina D influenza la glicemia, il rilascio dell’insulina ed una sua carenza è associata allo sviluppo del diabete I e II. (Prim Care Diabetes, 2009 Apr 21; Diabetologia, 2005; 48: 1247-57):
- in uno studio finlandese ha seguito per 30 anni oltre 12.000 bambini e ha mostrato che tra quelli che assumevano regolarmente integratori di vitamina D l’incidenza di diabete I era più basso (Lancet, 2001;358:1500-3);
- uno studio, sempre finlandese, ha paragonato adulti con bassi e alti livelli di vitamina D, mostrando che tra quelli con i livelli più alti il rischio di diabete si riduceva del 70% (Epidemiology, 2008; 19:666-71);
- uno studio inglese ha preso in considerazione 3262 adulti tra i 50 e i 70 anni e ha scoperto che il 90% aveva bassi livelli di vitamina D e il 42 % manifestava la sindrome metabolica, una combinazione di malattie cardiovascolari, diabete e soprappeso (Diabetes Care , April 14, 2009).
Altri disturbi Numerosi studi mostrano che la vitamina D potrebbe essere utile in diverse malattie associate a bassi livelli di questa vitamina, come l’ictus, la sclerosi multipla, l’artrite reumatoide, le malattie infiammatorie intestinali, le periodontiti, la degenerazione maculare, l’asma, il Parkinson, la depressione, la schizofrenia, l'influenza e la tendenza a contrarre infezioni (J Alzheimers Dis, 2009; 17:151-9; J cell Biochem, 2008; 105:338-43; Curr Opin Allergy Clin Immunol, 2009; 9:202-7; J Neurol Neurosurg Psychiatry. 2009 Jul;80(7):722-9. Epub 2009 May 21; Schizophrenia Research April, 2004;67(2-3):237-45); Biochemical Pharmacology Volume 70, Issue 11, 25 November 2005, Pages 1642-1652; Alt Med Rev Vol 13, Number 1, 2008)
Sole e integratori La vitamina D di cui abbiamo bisogno viene prodotta dal nostro corpo se ci esponiamo al sole. Pare che siano sufficienti 10-15 minuti al giorno di esposizione al sole diretto per garantirci un buon livello di vitamina D (BMJ, 2003; 327:1229), a patto che non usiamo creme con filtri chimici, per lo più tossici e pericolosi. Con il sole possiamo produrre fino a 20.000 UI (unità internazionali) di vitamina D al giorno.
Durante l’estate ovviamente i nostri livelli di vitamina D aumentano, mentre con l’inverno tendono a diminuire. Per coloro che per varie ragioni, e tra questi ci sono anche bambini e ragazzi, non prendono sole a sufficienza è possibile considerare l’assunzione di integratori. Una media di 2000 UI di vitamina D3 (colecalciferolo) al giorno potrebbe essere sufficiente (nei bambini partendo da 800 UI e negli adulti raggiungendo quantità pari a 10.000 UI) – è bene comunque consultare un medico per valutare i dosaggi più appropriati . La vitamina D la assumiamo anche con alcuni cibi, come latte, yogurt, uova, pesci grassi, ma in quantità (circa 250-300 UI, massimo 1000UI) non sufficienti per il nostro benessere
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Scritto da Dr Francesco Perugini Billi | Martedì 21 Luglio 2009 21:19 |
Sul fatto che il sole provochi il cancro della pelle non tutti sono d’accordo (www.takeonit.com). Anzi c’è chi dice che a provocarlo siano i moderni filtri solari chimici e un eccesso di oli polinsaturi nell’alimentazione. Sempre più numerose sono invece le conferme scientifiche che la vitamina D, prodotta dal nostro corpo proprio con la luce del sole, sia straordinariamente protettiva nei confronti di numerose malattie, non ultimi vari tipi di tumore.
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| Cancro Secondo una recente ipotesi i tumori sarebbero causati non tanto da una mutazione genetica, ma quanto da una incapacità da parte delle cellule di continuare a stare insieme, di riconoscersi in un'unica individualità tissutale. Il primo evento è una perdita di comunicazione cellulare, causata, tra l’altro, anche da una carenza di vitamina D.
Anche se questa teoria non ha ancora ricevuto conferma, almeno 200 studi epidemiologici e circa 2500 studi condotti in laboratorio hanno indagato e confermato la correlazione tra carenza di vitamina D e cancro. Alcuni di questi studi sono giunti alla conclusione che più sole prendiamo, maggiore è la produzione di vitamina D e minore è la possibilità di ammalarci di cancro (www.sciencedaily.com). La vitamina D è in grado di proteggerci da almeno 16 tipi di cancro (articles.mercola.com).
Vediamo alcuni di questi studi:
- una ricerca tedesca ha mostrato che con livelli più alti di vitamina D nel sangue il rischio di tumore del colon si riduce del 60% (Aliment Pharmacol Ther, 2009 Apr 16);
- lo stesso è stato dimostrato per il cancro al seno e alla prostata (Clin J Am Soc Nephrol, 2008;3:1548-54).
- un altro studio è giunto alla conclusione che livelli insufficienti di vitamina D sarebbero responsabili di migliaia di morti premature tra la popolazione (Am J Pubblic health, 2006;96:252-61);
- alti livelli di vitamina D sono in grado di ridurre il PSA (marcatore tumorale) nell’80% dei pazienti tumorali affetti da tumore alla prostata (Urol Onc, 2003; 21:399-405);
- l’assunzione di vitamina D è anche in grado di rallentare la progressione del tumore del seno (J Clin Pathos, 2006;59:1334-6);
Il Dr William Grant, uno dei massimi esperti internazionali di vitamin D, afferma che livelli ottimali di vitamina D tra la popolazione potrebbero ridurre l’incidenza di cancro, a livello mondiale, del 30% ogni anni, cioè 2 milioni di persone eviterebbero così di ammalarsi di tumore (articles.mercola.com).
Malattie cardiovascolari La vitamina D aiuta a prevenire a mantenere sano il nostro apparato cardiovascolare:
- uno studio ha preso in considerazione la relazione tra pressione sanguigna e livelli di vitamina D in 1739 adulti. Quelli con bassi livelli di vitamina D avevano un rischio di accidenti cardiovascolari superiore del 62% rispetto a quelli con altri livelli di questa vitamina (Circulation, 2008; 117:503-11);
- bassi livelli di vit D sono associati a disturbi perifrici arteriosi e occlusioni delle arterie (Arterioscler Thromb Vasc Biol, 2008;28:1179-85);
- la vitamina D regola il sistema renino-angiotensina, che gioca un ruolo importante nell’ipertensione (Kidney Int, 2005;68:1973-81). Pare che la vitamina D protegga l’apparato circolatorio riducendo l’infiammazione, che ormai è da molti considerata la principale causa delle malattie cardiovascolari, con buona pace della Teoria Lipidica (colesterolo/grassi saturi = infarto).
Diabete E’ noto che la vitamina D influenza la glicemia, il rilascio dell’insulina ed una sua carenza è associata allo sviluppo del diabete I e II. (Prim Care Diabetes, 2009 Apr 21; Diabetologia, 2005; 48: 1247-57):
- in uno studio finlandese ha seguito per 30 anni oltre 12.000 bambini e ha mostrato che tra quelli che assumevano regolarmente integratori di vitamina D l’incidenza di diabete I era più basso (Lancet, 2001;358:1500-3);
- uno studio, sempre finlandese, ha paragonato adulti con bassi e alti livelli di vitamina D, mostrando che tra quelli con i livelli più alti il rischio di diabete si riduceva del 70% (Epidemiology, 2008; 19:666-71);
- uno studio inglese ha preso in considerazione 3262 adulti tra i 50 e i 70 anni e ha scoperto che il 90% aveva bassi livelli di vitamina D e il 42 % manifestava la sindrome metabolica, una combinazione di malattie cardiovascolari, diabete e soprappeso (Diabetes Care , April 14, 2009).
Altri disturbi Numerosi studi mostrano che la vitamina D potrebbe essere utile in diverse malattie associate a bassi livelli di questa vitamina, come l’ictus, la sclerosi multipla, l’artrite reumatoide, le malattie infiammatorie intestinali, le periodontiti, la degenerazione maculare, l’asma, il Parkinson, la depressione, la schizofrenia, l'influenza e la tendenza a contrarre infezioni (J Alzheimers Dis, 2009; 17:151-9; J cell Biochem, 2008; 105:338-43; Curr Opin Allergy Clin Immunol, 2009; 9:202-7; J Neurol Neurosurg Psychiatry. 2009 Jul;80(7):722-9. Epub 2009 May 21; Schizophrenia Research April, 2004;67(2-3):237-45); Biochemical Pharmacology Volume 70, Issue 11, 25 November 2005, Pages 1642-1652; Alt Med Rev Vol 13, Number 1, 2008)
Sole e integratori La vitamina D di cui abbiamo bisogno viene prodotta dal nostro corpo se ci esponiamo al sole. Pare che siano sufficienti 10-15 minuti al giorno di esposizione al sole diretto per garantirci un buon livello di vitamina D (BMJ, 2003; 327:1229), a patto che non usiamo creme con filtri chimici, per lo più tossici e pericolosi. Con il sole possiamo produrre fino a 20.000 UI (unità internazionali) di vitamina D al giorno.
Durante l’estate ovviamente i nostri livelli di vitamina D aumentano, mentre con l’inverno tendono a diminuire. Per coloro che per varie ragioni, e tra questi ci sono anche bambini e ragazzi, non prendono sole a sufficienza è possibile considerare l’assunzione di integratori. Una media di 2000 UI di vitamina D3 (colecalciferolo) al giorno potrebbe essere sufficiente (nei bambini partendo da 800 UI e negli adulti raggiungendo quantità pari a 10.000 UI) – è bene comunque consultare un medico per valutare i dosaggi più appropriati . La vitamina D la assumiamo anche con alcuni cibi, come latte, yogurt, uova, pesci grassi, ma in quantità (circa 250-300 UI, massimo 1000UI) non sufficienti per il nostro benessere
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Sul fatto che il sole provochi il cancro della pelle non tutti sono d’accordo (www.takeonit.com). Anzi c’è chi dice che a provocarlo siano i moderni filtri solari chimici e un eccesso di oli polinsaturi nell’alimentazione. Sempre più numerose sono invece le conferme scientifiche che la vitamina D, prodotta dal nostro corpo proprio con la luce del sole, sia straordinariamente protettiva nei confronti di numerose malattie, non ultimi vari tipi di tumore.
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Vediamo alcuni di questi studi: - una ricerca tedesca ha mostrato che con livelli più alti di vitamina D nel sangue il rischio di tumore del colon si riduce del 60% ( Aliment Pharmacol Ther, 2009 Apr 16); - lo stesso è stato dimostrato per il cancro al seno e alla prostata ( Clin J Am Soc Nephrol, 2008;3:1548-54). - un altro studio è giunto alla conclusione che livelli insufficienti di vitamina D sarebbero responsabili di migliaia di morti premature tra la popolazione ( Am J Pubblic health, 2006;96:252-61); - alti livelli di vitamina D sono in grado di ridurre il PSA (marcatore tumorale) nell’80% dei pazienti tumorali affetti da tumore alla prostata ( Urol Onc, 2003; 21:399-405); - l’assunzione di vitamina D è anche in grado di rallentare la progressione del tumore del seno (J Clin Pathos, 2006;59:1334-6); Il Dr William Grant, uno dei massimi esperti internazionali di vitamin D, afferma che livelli ottimali di vitamina D tra la popolazione potrebbero ridurre l’incidenza di cancro, a livello mondiale, del 30% ogni anni, cioè 2 milioni di persone eviterebbero così di ammalarsi di tumore (articles.mercola.com). Malattie cardiovascolari La vitamina D aiuta a prevenire a mantenere sano il nostro apparato cardiovascolare: - uno studio ha preso in considerazione la relazione tra pressione sanguigna e livelli di vitamina D in 1739 adulti. Quelli con bassi livelli di vitamina D avevano un rischio di accidenti cardiovascolari superiore del 62% rispetto a quelli con altri livelli di questa vitamina ( Circulation, 2008; 117:503-11); - bassi livelli di vit D sono associati a disturbi perifrici arteriosi e occlusioni delle arterie (A rterioscler Thromb Vasc Biol, 2008;28:1179-85); - la vitamina D regola il sistema renino-angiotensina, che gioca un ruolo importante nell’ipertensione ( Kidney Int, 2005;68:1973-81). Pare che la vitamina D protegga l’apparato circolatorio riducendo l’infiammazione, che ormai è da molti considerata la principale causa delle malattie cardiovascolari, con buona pace della Teoria Lipidica (colesterolo/grassi saturi = infarto). Diabete E’ noto che la vitamina D influenza la glicemia, il rilascio dell’insulina ed una sua carenza è associata allo sviluppo del diabete I e II. ( Prim Care Diabetes, 2009 Apr 21; Diabetologia, 2005; 48: 1247-57): - in uno studio finlandese ha seguito per 30 anni oltre 12.000 bambini e ha mostrato che tra quelli che assumevano regolarmente integratori di vitamina D l’incidenza di diabete I era più basso ( Lancet, 2001;358:1500-3); - uno studio, sempre finlandese, ha paragonato adulti con bassi e alti livelli di vitamina D, mostrando che tra quelli con i livelli più alti il rischio di diabete si riduceva del 70% ( Epidemiology, 2008; 19:666-71); - uno studio inglese ha preso in considerazione 3262 adulti tra i 50 e i 70 anni e ha scoperto che il 90% aveva bassi livelli di vitamina D e il 42 % manifestava la sindrome metabolica, una combinazione di malattie cardiovascolari, diabete e soprappeso ( Diabetes Care , April 14, 2009). Altri disturbiNumerosi studi mostrano che la vitamina D potrebbe essere utile in diverse malattie associate a bassi livelli di questa vitamina, come l’ictus, la sclerosi multipla, l’artrite reumatoide, le malattie infiammatorie intestinali, le periodontiti, la degenerazione maculare, l’asma, il Parkinson, la depressione, la schizofrenia, l 'influenza e la tendenza a contrarre infezioni (J Alzheimers Dis, 2009; 17:151-9; J cell Biochem, 2008; 105:338-43; Curr Opin Allergy Clin Immunol, 2009; 9:202-7; J Neurol Neurosurg Psychiatry. 2009 Jul;80(7):722-9. Epub 2009 May 21; Schizophrenia Research April, 2004;67(2-3):237-45); B iochemical Pharmacology Volume 70, Issue 11, 25 November 2005, Pages 1642-1652; Alt Med Rev Vol 13, Number 1, 2008) Sole e integratoriLa vitamina D di cui abbiamo bisogno viene prodotta dal nostro corpo se ci esponiamo al sole. Pare che siano sufficienti 10-15 minuti al giorno di esposizione al sole diretto per garantirci un buon livello di vitamina D ( BMJ, 2003; 327:1229), a patto che non usiamo creme con filtri chimici, per lo più tossici e pericolosi. Con il sole possiamo produrre fino a 20.000 UI (unità internazionali) di vitamina D al giorno. Durante l’estate ovviamente i nostri livelli di vitamina D aumentano, mentre con l’inverno tendono a diminuire. Per coloro che per varie ragioni, e tra questi ci sono anche bambini e ragazzi, non prendono sole a sufficienza è possibile considerare l’assunzione di integratori. Una media di 2000 UI di vitamina D3 (colecalciferolo) al giorno potrebbe essere sufficiente (nei bambini partendo da 800 UI e negli adulti raggiungendo quantità pari a 10.000 UI) – è bene comunque consultare un medico per valutare i dosaggi più appropriati . La vitamina D la assumiamo anche con alcuni cibi, come latte, yogurt, uova, pesci grassi, ma in quantità (circa 250-300 UI, massimo 1000UI) non sufficienti per il nostro benessere Fonte:http://www.dottorperuginibilli.it/index.php/integratori/293-vitamina-d-una-medicina-solare | |
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