pubblico questo articolo della rivista NEW SCIENTIST, dunque fonte assolutamente accreditata in ambito scientifico, basato sugli studi di scienziati dell'Università del Colorado e della NASA. L'originale lo trovate qui: http://www.scribd.com/doc/16865694/Space-Storm-Alert-90-S...
Secondo quanto riporta il settimanale britannico New Scientist, un rapporto finanziato dalla Nasa e pubblicato dalla National Academy of Sciences (Nas) americana a gennaio conclude che una tempesta solare potrebbe verificarsi a breve e avere gravi conseguenze per la società umana, totalmente dipendente dall’elettricità e dalla tecnologia. «Ci stiamo avvicinando sempre più ad un possibile disastro», ha dichiarato Daniel Baker, esperto di meteorologia spaziale dell’università del Colorado e presidente della commissione della Nas che ha redatto il rapporto.
Secondo gli scienziati, in un anno di intensa attività del Sole, come si prevede potrà essere il 2012 (solo una inquietante coincidenza? N.D.A.), potrebbero avvenire violente esplosioni della corona solare e la Terra potrebbe essere investita da un’ondata particolarmente violenta di vento solare. A contatto con la magnetosfera terrestre, il vento solare potrebbe causare una perturbazione geomagnetica tale, secondo l’esperto, da far saltare le linee elettriche. L’ultima volta che si era verificata una tempesta solare particolarmente violenta, nel 1859, una gigante aurora boreale aveva investito la Terra fino ai Tropici. In California, un gruppo di minatori si era svegliato pensando fosse giorno ed invece erano le due del mattino. Ma il mondo non era ancora così industrializzato e dipendente dalla tecnologia e, a parte alcuni danni alle linee del telegrafo, le conseguenze di quella tempesta, chiamata perturbazione di Carrington, non erano state particolarmente gravi.
Oggi invece le cose andrebbero in maniera molto diversa. Telefoni cellulari e internet potrebbero avere problemi di collegamento, così come la radio e potrebbero esserci problemi di approvvigionamento elettrico e di acqua. Senza elettricità le pompe di benzina non funzionerebbero così come le centrali nucleari e a carbone, e l’intero pianeta potrebbe trovarsi senza energia. Gli esperti hanno calcolato che per far ripartire il sistema sarebbero necessari almeno una ventina d’anni. Una tempesta solare, afferma Paul Kintner, fisico della Cornell University di Ithaca, New York, farebbe danni almeno dieci volte superiori ad una tragedia meteorologica come quella dell’uragano Katrina .
In televisione se ne parla assai poco ma gli scienziati hanno comunque scoperto che i poli magnetici terrestri si invertono ciclicamente nel corso del tempo con conseguenze drammatiche per l’ecosistema globale. La prova ci arriva dall’esame delle rocce ignee risalenti a diverse ere geologiche. Queste ultime infatti, una volta passate dallo stato magmatico a quello solido possiedono la particolare proprietà di conservare “l’impronta” del campo magnetico terrestre presente nel momento del loro raffreddamento. Tale caratteristica ha poi consentito ai geologi di scoprire che il nord e il sud magnetico si invertono ciclicamente passando per fasi intermedie dove le diverse polarità non risultano perfettamente allineate e in cui il globo terrestre è caratterizzato dalla presenza di piccole aree già invertite dal punto di vista dell’orientamento magnetico. Ma mentre vi è consenso unanime del mondo accademico sul fatto che un simile evento si verifichi, esistono poi diverse scuole di pensiero sul quando e come ciò possa avvenire. La maggior parte degli esperti ritiene a tal proposito che l’ultima inversione completa sia avvenuta ben 16 milioni di anni fa mentre solo la minoranza di essi afferma che il fenomeno si può verificare anche con cadenze intorno ai 10.000 anni. E al di là di chi abbia ragione o meno tra i sostenitori delle due teorie, sta di fatto che se l’ultima inversione dei poli fosse realmente avvenuta solo 12.000 anni avremmo scoperto anche la causa dell’ultima glaciazione (c.d. del Pleistocene). Un altro enigma dei geologi riguarda infatti l’inspiegabile incremento dell’attività vulcanica che si manifesta sempre in concomitanza di ogni era glaciale e che potrebbe avere la sua origine proprio nello slittamento dei poli magnetici. Gli scienziati infatti sembrano essere d’accordo almeno su un punto, l’inversione dei poli sviluppa molta energia che finisce per eccitare il magma che scorre sotto la crosta terrestre generando così vulcanismo, terremoti e tsunami che finiscono per abbattersi sulle coste. A quando il prossimo appuntamento? Forse tra breve visto che sono gli esperti dell’autorevole rivista scientifica nature a riportare la notizia . L’analisi dei dati raccolti dai satelliti Oersted confrontati con quelli del Magsat sembra infatti presagire una rivoluzione magnetica imminente . E si è scoperto inoltre che due regioni della Terra (poste rispettivamente nell’Africa meridionale e al Polo Nord) hanno subito enormi variazioni del proprio campo magnetico locale.
“Lo stato attuale del nostro pianeta – affermano Gauthier Hulot e gli altri autori dell’articolo di Nature – assomiglia moltissimo a quelle simulazioni al computer, altamente asimmetriche, che descrivono i periodi di tempo prossimi alla cosiddetta inversione del campo magnetico terrestre. Peraltro, un altro indizio inquietante che sembra avere sempre accompagnato il ribaltamento dei poli magnetici è la diminuzione del campo magnetico terrestre, cosa anche questa regolarmente avvenendo in questi anni . Ma anche ammesso che simili previsioni siano corrette, cosa c’entrano i maya e il sole in tutto questo? Se però stiamo agli indizi offerti dai dati e alla loro interpretazione più apocalittica c’entrano eccome. E ciò in quanto come anzidetto l’attuale situazione dei poli magnetici dimostra che essi sono già in movimento, ovvero nella fase di instabilità che prelude al loro ribaltamento. Per di più proprio per il 2012 è prevista una tempesta solare senza precedenti (il vento solare e le sue particelle cariche perturbano il nostro campo magnetico) che potrà effettivamente manifestarsi come il colpo di grazia dell’attuale equilibrio geomagnetico terrestre .
Il vento solare di ordinaria potenza viene schermato dal nostro campo magnetico che riesce a deviarlo verso i poli dove le particelle cariche si manifestano visivamente con il fenomeno delle aurore boreali.
Ma pur ammettendo possibile se non addirittura probabile un simile scenario, come avrebbero fatto gli antichi a prevederlo in anticipo di migliaia di anni con un calendario?
Forse la risposta ci arriva dalle scoperte fatte dallo scienziato russo Alexei Dmitriev (geofisico all’accademia delle scienze con un curriculum imponente e oltre 300 pubblicazioni all’attivo sulle riviste più autorevoli), il quale ha risolutamente affermato che il recente aumento dell’attività del sole è una conseguenza diretta dell’ingresso del nostro sistema solare all’interno della nube energetica presente in questa zona della galassia. Ma se così fosse, esistono indizi che chi realizzò i calendari maya conoscesse già anche il moto di rotazione del nostro sistema solare intorno al centro della galassia (dinamica descritta perfettamente dall’anno galattico del calendario maya). Solo in tale ipotesi infatti, avrebbe potuto prevedere in anticipo gli eventi catastrofici con tale precisione matematica. Insomma tra tanti misteri rimane solo una certezza, chiunque realizzò quei calendari sapeva il fatto suo…