Il pacemaker? Torni un'altra volta

ROMA (28 giugno) - «Dopo una vita di lavoro e di contributi pagati una donna di 84 anni, bisognosa di un intervento, non viene presa in considerazione perché mancano i posti letto, non c’è il personale. Chissà forse per bassa priorità perché è anziana. Eppure, il 9 maggio all’ospedale San Giovanni a mia madre è stato detto che il pacemaker necessita la sostituzione delle batterie. Da allora ha già avuto due collassi».

A sfogarsi è Antonio Mongiello, figlio della signora Maria Brugnolo. L’altro giorno ha scritto una mail al Messaggero.it per esporre il suo problema, ieri al telefono ha confermato tutta la sua preoccupazione. «Qualcuno ci ha anche detto che avrebbe dovuto dire che si sentiva male, andare al pronto soccorso e così l’avrebbero portata subito in reparto... Ma non è giusto che si debbe fare in questo modo».

Torniamo alla storia della signora Maria, 84 anni, del quartiere Appio. Racconta il figlio Antonio: «Dopo l’ultimo controllo il cardiologo, al San Giovanni, ci aveva detto che le batterie del pacemaker si erano praticamente esaurite. Ci aveva anche assicurato che l’avrebbero messa in lista e che l’avrebbero chiamata per l’intervento. Dopo che ha avuto due collassi, abbiamo chiamato il reparto ma ci hanno detto che non c’era nessuna richiesta di ricovero. E soprattutto che non sanno quando potrà essere fatto l’intervento».

Una storia simile viene raccontata dalla signora Alessandra. Anche lei si è rivolta al sito del Messaggero per raccontare la disavventura del padre che doveva cambiare le batterie del pacemaker all’ospedale San Camillo. «Ci avevano chiamato dicendo che era il suo turno. Quando siamo arrivati al reparto, un infermiere molto gentile e molto mortificato ci ha detto che i ricoveri sono stati bloccati perché la Regione ha deciso di tagliare i posti letto...Ma è possibile tutto questo? Chi non può permettersi un intervento in una clinica privata deve essere trattato in questo modo?».