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La silimarina corrisponde all'insieme di tre sostanze: la silibina, la silidianina e la silicristina. È contenuta in molte piante fra cui il Cynara cardunculus (l'antenato del carciofo) e il cardo mariano.
Ha un effetto epatoprotettivo e accelera il processo di rigenerazione del fegato, dato che aumenta l'attività metabolica delle cellule epatiche. Essa stimola la sintesi proteica (con un incremento dell'attività del ribosoma RNA attraverso la polimerasi nucleolare A) e la rigenerazione del parenchima epatico. Esplica una funzione di difesa contro parecchie sostanze come il tetracloruro di carbonio, la galattosamina, le tossine dell'Amanita falloide (falloidina) e l'alcol. Inoltre è un antiossidante che previene l'ossidazione dei lipidi e la distruzione delle membrane cellulari. Poiché è priva di tossicità (20 g/kg di peso sono perfettamente tollerati) è considerata un ottimo epatoprotettore.
Nella maggior parte dei casi, la silimarina produce un miglioramento netto dei sintomi soggettivi e oggettivi nel giro di una-due settimane di trattamento (aumento dell'appetito, del peso, scomparsa dell'astenia, dei disturbi digestivi, diminuzione del volume del fegato ecc.). I miglioramenti sono ancora più importanti considerando ammalati cronici (etilisti di lunga data). Viene eliminata tramite la bile.