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 Irwin Stone!

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MessaggioTitolo: Irwin Stone!   Irwin Stone! Icon_minitimeMer 28 Ott 2009 - 15:52

1 La storia naturale dell’acido ascorbico nell’evoluzione dei Mammiferi e dei
Primati e suo significato per l’uomo contemporaneo
1.1.1
Irwin Stone è ingegnere chimico per formazione, biochimico per vocazione e
paleopatologo per passatempo. Cominciò a lavorare sull’acido ascorbico nel 1934 e
conseguì il primo brevetto USA per il suo uso come anti-ossidante alimentare. L’uso
mondiale di questo processo è stato un fattore nella eliminazione virtuale dello
scorbuto clinico conclamato nei paesi sviluppati. Nel 1965-67 pubblicò una serie di
articoli che descrivevano la malattia genetica, epato-enzimatica, Ipoascorbemia ed il
suo significato in Medicina. Questo nuovo approccio genetico fornisce il razionale
per l’uso di dosi massicce di acido ascorbico nella Terapia Ortomolecolare. E’
attualmente direttore della Megascorbic Research, Inc.
L’acido ascorbico è una sostanza ubiquitaria fondamentale nel processo vitale. Tutti
gli organismi viventi o la producono, o la prendono dal nutrimento oppure periscono.
I sistemi enzimatici per la produzione dell’acido ascorbico sono di antica origine e si
sono formati molto presto nello sviluppo del processo vitale su questo pianeta,
probabilmente mentre le forme più altamente sviluppate erano ancora forme primitive
unicellulari.
L’evidenza della embriologia sia delle piante che degli animali corrobora questo
punto di vista dal momento che il seme dormiente della pianta e l’uovo dell’animale
sono privi di acido ascorbico. C’è una produzione immediata di acido ascorbico nel
seme che germina o nell’uovo in sviluppo, perfino quando l’embrione non è niente
più che un grumo di alcune cellule.
Anche la sua diffusa presenza in tutti gli odierni organismi pluricellulari, sia piante
che animali, lo testimonia. Possiamo anche dedurre che la produzione di acido
ascorbico era ben sviluppata prima che gli organismi viventi divergessero nelle forme
di piante e di animali.
Stone.
1
Dal punto di vista chimico, l’acido ascorbico è un semplice materiale carboidrato,
relativo al glucosio, di proprietà alquanto uniche. La presenza del gruppo ene-diolo
nella molecola conferisce la labilità degli elettroni, il che lo rende membro di un
sistema ossido-riduttivo con proprietà di donazione-ricezione di elettroni, vedi fig. 1.
A livello sub- molecolare, il processo vitale non è nulla più di un trasferimento di
elettroni ordinato ed a passi, così che la presenza di un sistema elettrone- labile come
l’acido ascorbico in un organismo vivente che agisce in concerto con altri antichi
sistemi ossido-riduttivi, aiuta nel mantenimento della efficienza di trasferimento di
elettroni nel processo vitale.
Figura 1. Il Sistema Ossido-Riduttvo
Invertito, Acido Ascorbico—Acido Deidroascorbico
Se ci basiamo sull’esame degli animali oggi viventi per la loro produzione di acido
ascorbico per stimare la sua presenza nei resti fossili, accumuliamo dati interessanti ed
istruttivi sulla evoluzione dei sistemi enzimatici coinvolti. Sulla base della nota
precisione del trasferimento genetico dell’informazione, possiamo assumere che i
sistemi enzimatici e la loro localizzazione corporea negli odierni animali viventi è
cambiata poco dai loro antichi rappresentanti.
Ciascuno dei primitivi invertebrati ed organismi inferiori esaminati finora ha mostrato
la presenza di acido ascorbico, Bourne and Allen;
2 Bourne.3 In quasi tutti i vertebrati
esaminati la produzione di acido ascorbico è la norma. Quelle poche specie che non
possono produrre il proprio acido ascorbico soffrono di un difetto genetico nei loro
sistemi di produzione enzimatica e devono ricevere una fornitura di acido ascorbico
dai loro cibi oppure muoiono di scorbuto.
La tavola 1 mostra la localizzazione del sistema ascorbico ed enzimatico nel corso
della evoluzione dei vertebrati dai pesci ai primati, sulla base di dati ottenuti
dall’esame delle odierne forme animali, Chatterjee et al.
1 Roy and Guha5; Chaudhuri
and Chatterjee.
6
Il luogo degli enzimi per la produzione dell’acido ascorbico nei vertebrati a sangue
freddo, i pesci, gli anfibi ed i rettili, è nei reni. I più altamente attivi mammiferi a
sangue caldo tutti sintetizzano il loro acido ascorbico nel fegato. Una delle principali
funzioni dell’acido ascorbico nella fisiologia animale è il mantenimento della
omeostasi biochimica sotto stress. Più grande è lo stress a cui è sottoposto l’animale,
più acido ascorbico produce.
Circa 165 milioni di anni fa, quando la natura aveva in vista l’evoluzione dei più attivi
e stressanti mammiferi, doveva essere presa una importante decisione morfologica e
fisiologica. I reni, pure adeguati come sito di sintesi dell’acido ascorbico per i lenti
vertebrati a sangue freddo, erano inadeguati per le aumentate richieste di acido
ascorbico per i più altamente stressati mammiferi. La soluzione vincente di questo
problema fu il trasferimento degli enzimi per la produzione dell’acido ascorbico dai
relativamente piccoli e biochimicamente affollati reni al più spazioso fegato, che è il
pià grande organo del corpo. Tutti gli odierni mammiferi capaci di sintetizzare acido
ascorbico lo producono nel fegato perché ogni antica forma che non effettuò tale
passaggio era così handicappata biochimicamnte che fu eliminata dalle forze della
evoluzione.
Gli uccelli odierni i cui antenati apparirono circa nello stesso tempo dei mammiferi,
mostrano ancora questa transizione rene-fegato, Chaudhuri and Chatterjee.
6 Il più
vecchio ordine degli odierni uccelli, come le anatre, i piccioni ed i falchi, sintetizzano
il loro acido ascorbico nei reni, mentre negli ordini più recenti degli uccelli da
trespolo e canterini, i Passeriformi, alcuni producono acido ascorbico sia nei reni che
nel fegato, altri solo nel loro fegato. Alcuni, come l’uomo, sono incapaci del tutto di
sintetizzare acido ascorbico.
Col procedere della evoluzione, i primati apparvero circa 65 milioni di anni fa e come
gli altri mammiferi avrebbero dovuto essere capaci di sintetizzare l’acido ascorbico
nel loro fegato. Comunque, qua lche cosa accadde durante l’evoluzione dei primati
perché è noto che da migliaia di anni l’uomo, a differenza degli altri mammiferi, era
soggetto allo scorbuto.
Fino al 1907 lo scorbuto era considerato una malattia del tutto umana dal momento
che nessun altro animale era noto essere suscettibile ad esso. Nel 1907, Holst and
Frohlich
7 , lavorando sullo beri-beri navale contratto a bordo della flotta da pesca
norvegese, volevano un piccolo mammifero che sostituisse i piccioni allora usati
come animali di prova. Essi nutrirono i porcellini d’India con la dieta di prova, che
causava il beri-beri nei loro piccioni, e con loro grande sorpresa, ne risultò invece lo
scorbuto. Più tardi fu mostrato che scimmie da laboratorio erano anche suscettibile
allo scorbuto. L’uomo, il porcellino d’India e certe scimmie, a differenza degli altri
mammiferi, non possono produrre il loro acido ascorbico.
Nel 1912 fu postulata l’ipotesi delle vitamine (Funk
8), parte della quale stabiliva che
lo scorbuto era una malattia da deficienza causata dalla mancanza nella dieta di una
sostanza sconosciuta solubile in acqua, chiamata vitamina C. Venti anni più tardi nel
1932 (Svirbely and Szent-Györgyi ), fu dimostrato che l’acido ascorbico era identico
alla vitamina C . Burns
10 nel 1959 mostrò che la lesione biochimica basilare, nei pochi
mammiferi soggetti allo scorbuto, era dovuta alla loro incapacità di produrre l’enzima
attivo, L-gulonolactone ossidase, implicato nella conversione nei loro fegati del
glucosio sanguigno dei mammiferi ad acido ascorbico. Questa sintesi, che implica
quattro enzimi, è illustrata in fig. 2. L’uomo ha i primi tre enzimi nel suo fegato, ma
gli manca il quarto enzima, il che blocca completamente la produzione di acido
ascorbico da parte del fegato.
Figura 2. L’uomo ha i primi tre enzimi nel suo fegato, ma gli manca il quarto enzima,
il che blocca completamente la produzione di acido ascorbico da parte del fegato.
Fino al 1965 si assumeva che tutti i primati erano incapaci di produrre il proprio acido
ascorbico ed erano soggetti alla malattia, lo scorbuto. Fu messo in evidenza (Stone
1),
che questa era una mera assunzione che doveva essere provata. Fu suggerito che
avrebbe dovuto essere esaminato l’intero ordine dei primati per la presenza dello Lgulonolactone
ossidase nei loro fegati. Se questo fosse stato fatto, i dati ottenuti
avrebbero potuto essere utili per indicare con esattezza, nel tempo, quando era
intervenuta la mutazione. Così sarebbe stato possibile determinare in quale antenato
primate dell’uomo si era perso questo importante enzima.
Il suggerimento fu preso ed i test furono riportati da Harvard (Elliott et al.
11) nel 1966
e dallo Yerkes Primate Research Center nel 1969 (Nakajima et al.
12) dove si indicò
che tutte le scimmie esaminate, che erano membri del sottordine, Prosimii,
mostravano l’enzima L-gulonolactone ossidase attivo nei loro fegati, mentre nei fegati
dei membri del sottordine Anthropoidea era inattivo. Mentre i dati non sono
totalmente completi per tutto l’ordine dei primati, il presente campione indica che il
tempo di separazione tra quei primati che sono soggetti allo scorbuto e quelli che non
lo sono è probabilmente tra i due principali sottordini, Prosimii e Anthropoidea.
Ciò è illustrato in fig. 3 che mostra una carta dei resti fossili dei primati come
concepito da Simons.
13 La seconda colonna da destra è una lista degi odierni primati.
La colonna all’estrema destra, marcata “Liver GLO” contiene i risultati dei recenti
esami dei fegati dei primati per la presenza dello enzima attivo, L-gulonolactone
ossidase. In tutti i primati esaminati finora, quelli nei sei generi del sottordine,
Anthropoidea, mancano di questo enzima nei loro fegati mentre quelli dei quattro
generi Prosimii hanno l’enzima attivo e possono sintetizzare il loro acido ascorbico.
Sebbene altri membri delle famiglie Prosimii dovrebbero essere esaminati, come i
Lemuridae, Tarsiidae e Daubentoniidae, le attuali indicazioni sono che la divisione tra
i Prosimii e gli Anthropoidea non è solo morfologica ma anche in questo importante
parametro fisiologico.
Figura 3. Carta dei resti Fossili dei Primati con la presenza di L-Gulonolactone
Ossidase Attiva nei Fegati dei Primati Viventi.(The Fossil Record da Simons
13)
Se si segue la freccia e si estrapola questa linea divisoria all’indietro nel tempo in
questa carta, allora si arriva al punto tra il tardo Cretaceo ed il tardo Paleocene dove
questa mutazione, che distrusse il gene per la sintesi della proteina enzima Lgulonolactone
ossidase, sembra sia avvenuta. Questo successe non molto dopo che i
primati sono apparsi sulla scena, da 58 a 63 circa milioni di anni fa in vicinanza del
cerchio stellato, nel primate antenato la cui progenie si è evoluta nel sottordine degli
Anthropoidea.
E’ probabilmente più che una coincidenza che nelle vicinanze del periodo tardo
Cretaceo, quando accadde questo incidente genetico nei primati, ci fu un breve
intervallo in cui molti altri organismi incorsero in una severa attenuazione nella
diversità o si estinsero. Questo incluse molte forme di invertebrati e, da notare, i
vertebrati dinosauri, che scomparvero improvvisamente dai resti fossili. Russell e
Tucker
14 nel 1971 suggerirono che l’esplosione di una supernova vicina, con la sua
liberazione ed assorbimento da parte dell’atmosfera terrestre di grandi flussi di raggi
gamma cosmici e di raggi x, potrebbero avere prodotto effetti climatici casì drastici da
causare l’estinzione di molti animali inclusi i dinosauri, animali a sangue freddo. Se si
verificò un tale evento astronomico, allora l’assorbimento casuale di parte di questa
radiazione ad alto livello energetico potrebbe avere dato un contributo decisivo alla
mutazione del gene dei primati per la sintesi della proteina enzima L-gulonolactone
ossidase, col risultato di un enzima disattivo.
Pertanto una mutazione letale di condizione (Gluecksohn-Waelsch
15) accadde a
questo primitivo primate. La distruzione di un tale processo biochimico vitale avrebbe
avuto conseguenze letali se non fosse stato per il fatto che si presentò in un animale
arboreo che viveva in un ambiente tropicale o semi- tropicale dove erano disponibili
tutto l’anno molti cibi che contenevano acido ascorbico. La dieta del primate mutato
forse non forniva altrettanto acido ascorbico quanto quello prima sintetizzato nel
fegato, ma era sufficiente per sopravvivere. Bourne
16 nel 1944 mostrò che un
moderno gorilla, vivendo nel suo habitat naturale, otterrebbe 4.5 grammi di acido
ascorbico al giorno dal suo cibo.
Pauling
17 nel 1970, basando i suoi calcoli sul contenuto calorico e sui livelli di acido
ascorbico nel cibi vegetali crudi, concluse che la gamma di assunzione ottima è circa
da 2.3 a 9.5 grammi al giorno. Egli notò anche che, mentre la gamma delle vitamine B
in 110 cibi vegetali crudi che forniscono 2500 Calorie era solo da due a quattro volte
la dose giornaliera raccomandata nella dieta, il rapporto corrispondente per l’acido
ascorbico era 35 volte quello raccomandato, 2300 milligrammi contro i 60
milligrammi al giorno.
Pauling nel 1968 indicò che questa mutazione può avere avuto valore di
sopravvivenza a suo tempo perché liberò la macchina biochimica per altri scopi e
conservava energia. Il valore di sopravvivenza fu perso non appena la progenie di
questo animale mutato, evolvendo verso il futuro genere, Homo, lasciò gli alberi, si
spostò verso climi temperati e cambiò la sua dieta in una in cui alti livelli di acido
ascorbico non dominavano per tutto l’anno.
L’uomo porta ancora questo gene difettoso ed esso non ha valore di sopravvivenza per
l’Uomo moderno. Infatti, nel corso della preistoria e durante i tempi storici, ciò ha
costituito un handicap severo e gli effetti collaterali di questo gene difettoso sono
risultati nella morte di più individui, nella causa di più malattie e sofferenze ed ha
cambiato il corso della storia più di ogni altro singolo fattore.
Come risultato di questi studi evolutivi, Stone
19 nel 1966 indicò che a causa di questo
gene difettoso, che produceva un enzima inattivo, gli odierni umani soffrono di un
innato errore dei mammiferi nel metabolismo dei carboidrati che fu chiamato
Ipoascorbemia. Lo scorbuto è di fatto la conseguenza di questa malattia genetica
epato-enzimatica che rende per l’uomo necessario ottenere acido ascorbico da
sorgenti esterne, Stone.
20 Negli ultimi 60 anni, l’acido ascorbico è stato visto come
“vitamina C” quando in realtà è un metabolita del fegato e certamente non una
“vitamina” per la miriade di mammiferi che hanno intatto il gene per lo Lgulonolactone
ossidase. Tali mammiferi non prendono lo scorbuto, anche se hanno
una dieta completamente priva di vitamina C.
Se si definisce la correzione di questo innato errore nel metabolismo dei carboidrati
come il bisogno di fornire, all’individuo, l’ammontare giornaliero di acido ascorbico
che il fegato umano produrrebbe, se fosse presente il gene intatto, allora la produzione
giornaliera di questo metabolita da parte del fegato sarebbe da due a quattro grammi,
sulla base dei dati del ratto non stressato (Bur ns et al.
21 Saloman and Stubbs22) e
almeno di 15 grammi al giorno sotto stress, Conney et al.
23
Se si compara questa sintesi giornaliera del “metabolita del fegato”, acido ascorbico,
con la dose giornaliera di “vitamina C”, 60 milligrammi (Food and Nutrition
Board
24), raccomandati come nutrizionalmente adeguati per gli umani, c’è una
disparità da 33 a 250 volte. Fin da quando fu postulata nel 1912 l’ipotesi di questo
errore dietetico- vitamina C, l’enfasi fu posta sulla prevenzione o sulla cura dei sintomi
dello scorbuto conclamato, così trascurando le molte altre funzioni basilari dell’acido
ascorbico nel processo vitale. Un soggetto a cui si dà giornalmente la dose di pochi
milligrammi di vitamina C non mostrerà i classici sintomi dello scorbuto clinico
conclamato ma potrebbe tuttavia soffrire di un severo scorbuto sub-clinico.
L’ipotesi vitamina C, che ebbe incontestata accettazione fin dal 1912, è stata originata
in un tempo in cui i moderni concetti biochimici e genetici largamente accettati, erano
o sconosciuti o non riconosciuti. Le classiche lezioni di Sir Archibald Garrod
25 sugli
“Errori Innati del Metabolismo,” in cui egli mostrava che la mancanza di enzimi
poteva causare malattie, si tennero solo quattro anni prima, nel 1908. Questo nuovo e
rivoluzionario concetto medico fu ignorato e trascurato per decenni. La scoperta,
l’isolamento e la sintesi dell’acido ascorbico sarebbero giunte tuttavia venti anni
dopo. Le moderne concezioni del trasferimento della informazione genetica erano
sconosciute. Chiaramente l’ipotesi vitamina C vecchia di 60 anni con il suo sottinteso
orientamento verso dosi minuscole e l’allontanamneto dello scorbuto clinico acuto è
una grossolana semplificazione della nostra attuale conoscenza e subordina gli effetti
a lungo termine delle croniche inadeguate assunzioni di acido ascorbico alla
moltitudine di funzioni fisiologiche dell’acido ascorbico nel corpo umano.
Nella ricerca clinica degli ultimi 40 anni ci sono stati centinaia di articoli scritti per
cercare il livello minimo giornaliero di acido ascorbico necessario per prevenire o
eliminare i classici sintomi dello scorbuto clinico conclamato. Comunque, non
trovereste un singolo articolo che riporti gli effetti a lungo termine di una continua
somministrazione di acido ascorbico basata sui livelli prodotti nel tempo internamnete
nel fegato dei mammiferi. Questi alti livelli di produzione di acido ascorbico sono
serviti molto bene nel mantenere la omeostasi biochimica sotto stress negli ultimi 165
milioni di anni durante l’evoluzione ed il dominio mondiale dei mammiferi. Dopo
circa 60 milioni di anni dall’avvento della mutazione nei primati, è solo negli ultimi
40 anni, dalla produzione sintetica di illimitate quantità di acido ascorbico, che è
diventato possibile correggere comp letamente questa malattia genetica enzimoepatica.
Questi concetti genetici forniscono il razionale per l’uso di dosi massicce (livelli di
megascorbato) di acido ascorbico e aprono grandi orizzonti di ricerca nella medicina
preventiva e nella terapia, Stone.
26 Nelle poche aree in cui la terapia megascorbica è
stata provata, è stata eminentemente un successo: nel trattamento delle malattie virali,
nel glaucoma, nella schizofrenia come disintossicante. La ricerca su altre applicazioni
di questi principi gene tici porterà alla profilassi megascorbica ed alla terapia
megascorbica di molti altri stati di malattia, Stone.
2
1.1.1 Sommario e Conclusioni
Si è presentata la prova che i sistemi enzimatici funzionanti nel tempo per la
importante sintesi dell’acido ascorbico sono di origine molto antica, cominciando
molto prima del tempo in cui le linee delle piante e degli animali divergessero. La
evoluzione progressiva di questi enzimi nei vertebrati è tracciata attraverso i pesci, gli
anfibi, i rettili, gli uccelli ed i mammiferi. Poco dopo l’apparizione dei primati, ci fu
una mutazione genetica del gene per l’enzima epatico L-gulonolactone ossidase, che
distrusse la capacità animale di produrre acido ascorbico a partire dal glucosio del
sangue. La progenie di questo animale mutato si sviluppò nei membri odierni del
sottoordine dei primati Anthropoidea. I primati non mutati sono gli antenati
dell’odierno ordine dei Prosimii.
L’estrapolazione di questi dati nei resti fossili dei primati indica che la mutazione è
avvenuta nello stesso periodo della esplosione di una supernova vicina che forse fu
responsabile dell’estinzione dei dinosauri e della scomparsa di molti invertebrati nel
tardo Cretaceo.
I membri del genere Homo, l’Uomo odierno, present ano ancora questo gene difettoso
e durante i tempi preistorici e storici esso è stato responsabile di molte morti, molte
malattie e sofferenza e di molti cambiamenti storici, più di ogni altro singolo fattore.
L’importanza vitale dell’acido ascorbico in molte fasi della fisiologia umana è stata
sottostimata negli ultimi 60 anni perché nel 1912, 20 anni prima della sua scoperta e
sintesi, fu designata come “vitamina” per il trattamento dello scorbuto clinico
conclamato, che era considerato un semplice disturbo dietetico.
In realtà l’acido ascorbico è un metabolita epatico prodotto in quasi tutti i mammiferi
in grandi quantità giornaliere. A causa di questo gene difettoso l’Uomo soffre di una
malattia epato-enzimatica genetica nei mammiferi, un vero “errore innato nel
metabolismo dei carboidrati”, detto Ipoascorbemia. Lo scorbuto non è una distinta
entità di malattia, ma meramente la sequenza finale fatale della Ipoascorbemia non
trattata.
L’approccio genetico fornisce il razionale per l’uso di grandi dosi giornaliere di acido
ascorbico ed apre larghe prospettive di ricerca per la sua applicazione alla medicina
preventiva ed alla terapia.
1.1.3 RIFERIMENTI
1. STONE, I.: Studies of a mammalian enzyme system for producing
evolutionary evidence in Man. Amer. J. Phys. Anthrop. 3:83-85, 1965,
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Da
Orthomolecular Psychiatry, 1972, Volume 1, Numbers 2 & 3, pp. 82-89.

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